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Diamo voce agli scalatori di nono grado timidi

Sono tanto timidi che spesso non ci accorgiamo quasi che esistono eppure hanno molte riflessioni interessanti da raccontarci.

Dopo molte riflessioni sull’aspetto mentale nell’arrampicata, ho pensato di intervistare alcuni degli arrampicatori professionisti o quasi, per vedere se esiste qualche trucco mentale o fisico che ci possa aiutare per ottenere i risultati desiderati senza dover discutere molto con il nostro ego.

Intervista 1 Jonatan Flor, scala abitualmente nono grado, ha iniziato a scalare da bambino.

Domande:

  1. Che cosa è per te l’arrampicata? Il mio centro di interesse nella vita, tutto ruota intorno a lei.
  2. Quanto tempo dedichi all’arrampicata? Molto, 6/7 giorni sulla roccia e vivo la vita nel settore di arrampicata.
  3. In che maniera pensi che l’arrampicata influisca positivamente nella tua vita? È la mia fonte di motivazione nella vita, mi aiuta a evadere dai problemi, mentre arrampico penso a scalare, vivo cosi il mio presente.
  4. In che maniera pensi che l’arrampicata influisca negativamente nella tua vita? È un’ossessione, ne ho bisogno per stare bene, come una droga; non mi sento bene se non arrampico, quando non arrampico mi sembra di non rispettare il mio impegno verso me stesso. Arrampicando abitualmente a volte perdo la grinta del chiudere una via, mi stanco di testa.
  5. Quanto lavori sull’aspetto mentale? Faccio fatica a concentrarmi e non faccio nulla per allenarmi in questo; per di più ultimamente uso molto il telefono per sconnettere dal presente ed evadere, forse perché a volte mi succede di dover convivere con alcuni pensieri negativi.
  6. Quanto lavori sull’aspetto fisico? Non mi alleno, però fisicamente mi sento bene. Non sono al massimo della mia forma, ovviamente anche per il fatto che non mi sto allenando, però cerco di adattarmi alle vie, come un camaleonte e cerco metodi adatti alle condizioni per ottenere il risultato desiderato; questo posso farlo perché mi conosco molto bene a livello fisico, quindi so bilanciare i miei tentativi e trovare il metodo per risolvere i passi che sia il più adatto per me in quello stato fisico.
  7. Cosa ti dice la tua vocina quando scali al limite? Forse non c’è una frase che sempre mi si ripete in testa, dipende dal momento che sto vivendo; in un momento buono e con una motivazione alta, è facile che abbia buoni pensieri, che fluisca e che possa mantenere una mente positiva; però non sempre è tutto rose e fiori, di fatto per me non è la condizione più comune. Quando non sto attraversando un buon momento, ecco che escono i pensieri negativi (non la puoi chiudere, sei troppo stanco e ancora ti rimane la parte dura della via, cadrai, etc.). Con queste due posizioni della mia mente riesco ad approfittare dei momenti belli e godermeli a pieno, amo scalare con quella sensazione; però so anche che nulla è eterno e i momenti non del tutto belli esistono. Comunque alla fine non mi dà così fastidio scalare con quella vocina negativa che mi accompagna, bisogna andare avanti con tutto quello che possiamo, godendo dei bei momenti e imparando da quelli non del tutto belli.
  8. Vai a scalare con chiunque o ci sono delle caratteristiche che deve avere il tuo assicuratore? Prima arrampicavo con chiunque (quando ero più giovane) anche se non erano persone che mi appoggiavano, adesso ho bisogno per lo più di scalare con chi mi appoggia, per motivarmi e non per demotivarmi.
  9. Quanto pensi sia importante il risposo e la motivazione per chiudere una via? Sai bilanciare i giorni di riposo con quelli di arrampicata in maniera armoniosa? No! Faccio fatica a riposare, per riposare e tornare poi ad arrampicare c’è un tempo di adattamento dove non si è al top e questo genera frustrazione, faccio fatica a gestirlo, non voglio dovermi incontrare in quella condizione.
  10. Quante volte scali stanco?Cosa ti dice la tua testa quando lo fai? Se sono stanco adatto il mio giorno di arrampicata, però l’arrampicata è tanto parte della mia vita, come per la gente normale camminare, che poche volte mi sento stanco.
  11. Dimmi tre cose fondamentali per chiudere una via. 1)L’atteggiamento; 2)La voglia; 3)-
  12. Quanto sei capace di osservarti come scalatore e di capire l’insegnamento che ti porta l’arrampicata? Analizzo molto ciò che faccio, e mi osservo.
  13. Sei capace di dire no a un giorno di arrampicata perfetto (con ottimo socio e ottime condizioni meteo) se sai che il tuo corpo e la tua testa non sono pronti? Sì, se sento che sto bene però so che tutto andrà a finire bene, ovvero è più importante la mia forma ai fattori esterni.
  14. Quanto ascolti il tuo corpo? Riesci a fermarti quando il corpo te lo dice? No, non lo ascolto(però lo sento), no, non so fermarmi.
  15. Mediti? No.
  16. Pensi di essere una persona equilibrata a livello emozionale/energetico? No
  17. Hai altre passioni oltre l’arrampicata? No
  18. Hai molte aspettative nella tua vita arrampicatoria? No, mi sento a mio agio a provare le vie.
  19. Come gestisci la frustrazione? Non so gestirla, scappo. Non voglio affrontarla.
  20. Con sincerità dimmi un numero da 1-10 che classifichi la tua autostima: 6
  21. Quanto ti aumenta l’autostima l’arrampicata? Mi aiuta molto a stare bene. Dipendo molto dall’arrampicata, anche se sto cercando che i giorni che non chiudo nulla non influiscano negativamente nella mia vita privata; non riesco del tutto a farlo bene, però ci sto provando.

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